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06/02/2017 - Fvg stars and stripes (corregionali negli Usa)

IL RACCONTO DI PIETRO AGOSTINI DA NEW YORK

Mi chiamo Pietro Agostini, sono nato il 2 ottobre 1999 e da due anni sto vivendo la mia esperienza di studio e di basket in America. Sono alto 2,08 e qui sono soprannominato “The Shooter” o “ Green Light”. Ho iniziato a giocare quando avevo 6 anni nel Polet, una piccola societa' di Prosecco a Trieste per poi continuare nel San Vito e gli ultimi tre anni, prima di partire, nell'Azzurra. Il mio amore per il basket mi ha portato lontano, sto mettendo tutto me stesso nel cercare di realizzare una vita da professionista ai massimi livelli, ma anche a trovare le massime opportunità di studio universitario. La mia esperienza americana è iniziata a 15 anni con una importante borsa di studio per il basket in una prestigiosa scuola di Boston, la Hyde School , qui ho imparato a rendermi organizzato e indipendente, a trovare il mio spazio nella squadra, e a capire che questo è proprio quello che desidero fare. Sebbene la scuola fosse bellissima, cercavo qualcosa di più dal punto di vista del basket e l'occasione mi si è presentata durante l'estate in quanto sono stato scelto da una Società di New York che giocava il campionato AAU in giro per l'America, i Gauchos. E' stata un esperienza molto formativa, ho imparato a giocare “duro”, a confrontarmi con squadre molto forti (anche la nostra lo era) e in questa occasione ho conosciuto quello che è diventato il mio coach nella nuova scuola qui a New York. La Monsignor Scanlan. Stiamo giocando nel campionato più alto dello stato, e seppur sono un Junior, ho incominciato già a lasciare il mio segno, e di qui il mio soprannome. Mi hanno già dimostrato interesse molte Università, delle quali alcune veramente top sia dal punto di vista del basket che accademico. Il mio sogno è quello di riuscire ad arrivare in NBA, ma anche di avere una laurea che mi permetta di pensare in ogni caso al mio futuro in maniera serena. Non nascondo che mi piacerebbe un giorno vestire comunque la divisa della Nazionale Italiana perchè sento un senso di profonda appartenenza al mio paese e anche perchè credo che potrei apportare la mia esperienza del gioco di squadra. Qui la vita a New York è molto piena, gli allenamenti sono molto intensi, non c'è nemmeno un giorno di riposo alla settimana, e tra il gioco e lo studio, non mi resta molto tempo libero, ma quando riesco vado a vedere le partite dei College più importanti al Barkley Center o al Madison Square Garden a vedere le partite dell'NBA, dove ho già avuto la fortuna di poter assistere come ospite. Credo di essere proprio nel posto giusto per avere il massimo delle opportunità di realizzazione, e statene certi, non me ne farò scappare neanche una! Pietro Agostini 
03/11/2016 - Fvg stars and stripes (corregionali negli Usa)

GIACOMO ZILLI SCRIVE PER FIP.IT

Sono ormai giunto al mio ultimo anno di college… quattro anni sono davvero volati! E pensare che quella appena passata è stata la mia ultima pre-season americana… quasi quasi mi scende una lacrimuccia! Certo, sono contento di non dover più alzarmi alle 6 di mattina per fare preparazione atletica o pesi però è triste sapere che la mia avventura americana sta volgendo al termine. Fino ad oggi la mia è stata un’esperienza incredibile. Innanzitutto è stato bello vivere negli Stati Uniti, nelle montagne del North Carolina, imparare ad apprezzare una cultura molto più diversa dalla nostra di quel che si pensi ed avere la possibilità di studiare e giocare a pallacanestro in un ottimo college (cugino del college dove ha giocato Michael Jordan!). La cosa più sorprendente di UNC Asheville (e delle università americane in generale) sono le strutture: il mio college ha un centro sportivo eccellente, con una palestra nuovissima da 3200 persone, due sale pesi e un ‘centro’ per fisioterapia. Un altro fattore positivo dell’esperienza da studente-atleta è che è molto ben organizzata. Colazione e pranzo ci sono serviti nella mensa della scuola; tra le varie lezioni di economia e di management, ho sempre l’opportunità di andare a fare del lavoro specifico personalizzato nella sala pesi, stretching con il nostro trainer oppure andare a tirare in palestra. Dopodiché, finite le lezioni, mi mangio un bel PB&J (peanut butter and jelly sandwich.. lo so, lo so, mi hanno americanizzato!) e mi precipito in palestra per l’allenamento di squadra. La prossima volta vi racconterò di più a riguardo… A presto! Giacomo da www.fip.it
11/11/2015 - Fvg stars and stripes (corregionali negli Usa)

GIACOMO ZILLI PRONTO AD UNA NUOVA STAGIONE A UNC ASHEVILLE

Riparte la rubrica “Fvg stars and stripes (corregionali negli Usa)” sul sito www.fip.it/friuliveneziagiulia. Il nazionale azzurro under 20, l’udinese Giacomo Zilli, riprende il filo del discorso dopo aver disputato l’Europeo a Lignano, in pratica casa sua. «Ciao a tutti! Scusate la lunga assenza, ma sono stato molto impegnato in estate e in questa prima parte di semestre a UNC Asheville. L’esperienza dell’Europeo di Lignano mi ha sicuramente dato ulteriore consapevolezza nei miei mezzi, ma anche coscienza dei miei limiti e degli aspetti del gioco su cui devo ancora lavorare. Per questo sono molto motivato in vista della stagione 2015-2016. Arricchito dall’avventura all’Europeo, sono partito di nuovo alla volta del North Carolina. La preseason è stata lunga e faticosa. Abbiamo cominciato a metà agosto e giocheremo la prima partita nel prossimo week-end. Quest’anno il focus è stato sulla preparazione atletica, in particolare sulla resistenza. Non solo in termini di corsa, ma anche di forza. Per questo abbiamo speso molte ore in sala pesi e sulla pista di atletica. Nella seconda parte della preseason, invece, abbiamo cercato di tradurre questo lavoro in uno stile di gioco più dinamico e veloce. Un cambiamento che sicuramente è stato più complicato per me. Essendo un lungo piuttosto pesante ho avuto qualche problema ad adattarmi a ritmi più alti. Però, penso di essere pronto a dare il mio contributo sul parquet e cominciare nel migliore dei modi quella che sembra possa essere una stagione vincente. Ci risentiamo dopo le prime partite della stagione!». Good luck, buona fortuna, Jack! Ufficio Stampa