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Nazionale A maschile

L'Italia batte la Costa d'Avorio 69-58 e vince la Trentino Basket Cup 2019

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31 Luglio 2019

Trento. L’Italia vince per la sesta volta, su sette edizioni, la Trentino Basket Cup. Nella finalissima del primo torneo di preparazione a FIBA World Cup 2019 gli Azzurri del CT Meo Sacchetti hanno sconfitto la Costa d’Avorio 69-58. Per Alessandro Gentile, anche oggi miglior marcatore con 22 punti, il titolo di MVP del torneo. In doppia cifra Daniel Hackett con 13 punti.

La dichiarazione di coach Sacchetti: “Anche stasera abbiamo fatto un passo avanti. Ivoriani squadra più fisica della Romania e dunque ho visto ancora buone cose. Troppe palle perse e ancora degli aspetti da migliorare. Ora riposo e poi a Verona con gli stessi 18 giocatori. Nelle partite del torneo proveremo ad inserire Belinelli e Gallinari”.

Così Gentile: “A Pinzolo abbiamo lavorato molto e abbiamo le gambe pesanti. Nonostante ciò sto bene fisicamente ma quello che conta è che abbiamo tutti la voglia di passarci la palla e di fare un passaggio in più per il compagno. Stasera anche sprazzi di buon basket”.

Le parole di Hackett: “Continuiamo a lavorare, soprattutto in difesa dove qualcosa stasera abbiamo concesso. L’importante ora è che tutti stiano bene. Proseguiamo il lavoro a Verona”.

I 18 Azzurri osserveranno ora due giorni di riposo, prima di ritrovarsi a Verona la sera del 2 agosto per la seconda fase del raduno. Allenamenti fino all’8 agosto, quando comincerà la Verona Basketball Cup. Nella prima edizione del Quadrangolare di scena al PalaOlimpia (diretta su SkySport) l’Italia affronterà Senegal (8 agosto, ore 20.30), Russia (9 agosto, ore 20.30) e Venezuela (10 agosto, ore 20.30).

Rispetto ai 12 scesi in campo contro la Romania, per la seconda sfida alla Costa d’Avorio (l’unico precedente al Mondiale 1986, Italia vincente 98-62) il CT Sacchetti opera un’unica sostituzione con Moraschini dentro per Michele Vitali. Due invece i cambi nello starting five: insieme a Hackett, Brooks e Biligha dentro Aradori e Gentile per Della Valle e Abass. Sull’altra panchina l’italiano Paolo Povìa che, dalle minors lombarde passando per la Svizzera, ha trascinato la Costa d’Avorio fino alla qualificazione al Mondiale cinese. Se sono proprio gli africani a smuovere per primi la retina, Aradori e Hackett (8 punti nel quarto d’apertura) ingranano la marcia alta e lanciano l’Italia sul 14-2. Fisica ma con scarsa precisione al tiro, la Costa d’Avorio perde ulteriore contatto con gli Azzurri, che con il 4/4 dalla lunetta di Gentile e la tripla di Brooks vanno sul massimo di +18 (28-10).
Interlocutorio il secondo periodo, con l’Italia che vive un momento di siccità realizzativa e Pamba e Bamba che avvicinano gli ivoriani sul -13. È una distanza che si mantiene praticamente per tutti i secondi 10 minuti, poi la tripla di Hackett fissa il tabellone sul 43-28.
L’Italia torna dagli spogliatoi con lo stesso quintetto della palla a due. È sempre Gentile (raggiunti i 20 punti al minuto 25), a creare maggiore scompiglio nell’area ivoriana. Il numero 5 Azzurro, insieme a Ricci dall’arco, riportano l’Italbasket sul +19 (54-35). Anche se il terzo e il quarto periodo se l’aggiudica la Costa d’Avorio (13-16 e 13-14), la gara non regala ulteriori sussulti. La squadra di coach Sacchetti non cerca lo sprint finale, ma gestisce fino al 69-58 conclusivo.

Nella finale per il terzo posto la Svizzera ha sconfitto la Romania 86-66.


I risultati della seconda giornata della Trentino Basket Cup 2019
Finale 1°/2° posto Italia – Costa d’Avorio 69-58
Finale 3°/4° posto Svizzera – Romania 86-66

I risultati della prima giornata della Trentino Basket Cup 2019
Svizzera – Costa d’Avorio 68-69
Italia – Romania 88-60


La Classifica della Trentino Basket Cup 2019
1. Italia
2. Costa d’Avorio
3. Svizzera
4. Romania

Italia – Costa d’Avorio 69-58 (28-13, 15-15, 13-16, 13-14)
Italia: Della Valle 2 (1/1, 0/1), Aradori* 5 (1/2, 1/4), Gentile* 22 (9/15), Biligha* 4 (2/4), L. Vitali (0/1, 0/1), Hackett* 13 (2/4, 3/6), Brooks* 7 (2/3, 1/2), Tessitori 6 (2/4, 0/1), Ricci 3 (1/3 da tre), Cinciarini 2 (1/1, 0/1), Abass 5 (1/1, 1/4), Moraschini (0/1, 0/1). All. Sacchetti
Costa d'Avorio: Abouo* 6 (3/5, 0/2), Bamba 6 (3/5, 0/1), Pamba 5 (1/4, 1/4), Thompson* 7 (3/7, 0/1), Bah 2 (1/2, 0/1), Lamizana, Diabate* 10 (3/10, 1/6), Fofana 10 (3/4, 1/5), Edy* (0/1 da tre), Sidibe 6 (3/3), Traore ne, Zerbo* 6 (2/4). All. Povìa
Tiri da due Ita 21/37, Civ 22/49; Tiri da tre Ita 7/24, Civ 3/21; Tiri liberi Ita 6/7, Civ 5/14; Rimbalzi Ita 43 (Brooks 11), Civ 39 (Fofana 6); Assist Ita 14 (Hackett 4), Civ 10.
Spettatori: 1.400
Arbitri: Filippini, Vicino, Dori

Svizzera – Romania 86-66 (22-15, 19-19, 21-17, 24-15)
Svizzera: Nzege 6 (3/8, 0/1), Mbala 5 (1/3, 1/3), Kazadi 9 (1/3, 2/5), Kovac 18 (2/4, 4/6), Zinn 3(1/4 da tre), Solca 4 (0/2, 1/3), Gravet, Martin 4 (1/2), Dubas 7 (2/2, 1/2), Cotture 16 (6/6, 1/1), Mladjan 12 (4/10, 1/2), Hart 2 (1/2). All. Barilari
Romania: Tohatan 2 (0/2, 0/3), Watson 19 (3/5, 3/7), Dragoste 4 (0/2, 0/3), Orbeanu 8 (1/1, 2/5), Gheorghe 3 (0/1, 0/4), Paliciuc 4 (1/1, 0/4), Nicolescu 5 (1/6, 1/4), Virna ne, Popa 3 (1/2, 0/2), Olah 10 (2/3, 2/2), Cate 8 (3/3), Tibirna. All. Costescu
Tiri da due Svi 21/42, Rom 12/26; Tiri da tre Svi 12/27, Rom 9/34; Tiri liberi Svi 8/12, Rom 15/17; Rimbalzi Svi 41 (Kazadi 9), Rom 32 (Cate 8); Assist Svi 20 (Kovac 5), Rom 13 (Tohatan 4).
Usciti 5 falli: Gheorghe
Arbitri: Quarta, Bongiorni, Brindisi



Gli Azzurri per il raduno di Verona
Awudu Abass (1993, 198, A)
Pietro Aradori (1988, 196, A)
Marco Belinelli (1986, 196, G)
Paul Biligha (1990, 200, C)
Jeff Brooks (1989, 203, A)
Andrea Cinciarini (1986, 190, P)
Luigi Datome (1987, 203, A)
Amedeo Della Valle (1993, 194, G)
Ariel Filloy (1987, 190, P)
Danilo Gallinari (1988, 208, A)
Alessandro Gentile (1992, 200, G/A)
Daniel Hackett (1987, 199, G)
Riccardo Moraschini (1991, 194, G/A)
Giampaolo Ricci (1991, 201, A)
Brian Sacchetti (1986, 200, A)
Amedeo Tessitori (1994, 208, C)
Luca Vitali (1986, 201, P)
Michele Vitali (1991, 196, G)

Lo staff

Capo Delegazione: Giovanni Petrucci
Commissario Tecnico: Meo Sacchetti
Assistenti: Lele Molin, Massimo Maffezzoli, Paolo Conti
Preparatore Fisico: Matteo Panichi
Ortopedico: Raffaele Cortina
Medico: Sandro Senzameno
Fisioterapisti: Roberto Oggioni, Francesco Ciallella
Team Director: Roberto Brunamonti
Team Manager: Massimo Valle
Addetto Stampa: Francesco D’Aniello
Videomaker: Marco Cremonini
Addetto ai Materiali: Curzio Garofoli


I tabellini della prima giornata della trentino Basket Cup

Italia-Romania 88-60 (25-12, 19-19, 22-16, 22-13)
Italia: Della Valle* 7 (1/3, 0/2), Aradori 10 (3/4, 1/4), Gentile 14 (6/11), Biligha* 2 (1/2), L. Vitali 2 (0/3 da tre), Hackett* 6 (3/4, 0/2), Brooks* 8 (3/3, 0/1), Tessitori 9 (4/6), Ricci 7 (0/2, 1/2), Cinciarini 6 (0/1, 2/2), Abass* 10 (3/4, 1/3), M. Vitali 7 (1/2 da tre). All. Sacchetti
Romania: Tohatan 3 (0/2, 1/4), Watson* 6 (0/3, 2/6), Dragoste* 10 (3/5, 1/4), Orbeanu* 3 (0/1, 1/2), Gheorghe 1 (0/1, 0/1), Paliciuc 3 (1/2 da tre), Nicolescu* 12 (3/5, 2/5), Virna ne, Popa 5 (1/1, 1/6), Olah* 5 (1/1, 0/1), Cate 12 (4/5), Tibirna. All. Costescu
Tiri da due Ita 24/40, Rom 12/24; Tiri da tre Ita 6/21, Rom 9/31; Tiri liberi Ita 22/27, Rom 9/14. Rimbalzi Ita 40 (Gentile 9), Rom 29 (Cate 8); Assist Ita 15 (Cinciarini 4), Rom 8 (Cate 4).
Usciti 5 falli: Gheorghe
Spettatori: 1.500
Arbitri: Vicino, Quarta, Brindisi

Svizzera-Costa d'Avorio 68-69 (21-18, 14-15, 13-20, 20-16)
Svizzera: Nzege 8 (1/3, 2/4), Baldassarre ne, Mbala (0/1 da tre), Kazadi 7 (2/6, 1/2), Kovac 20 (0/1, 5/8), Zinn (0/1 da tre), Solca (0/1), Gravet (0/1, 0/2), Martin ne, Dubas 4 (0/1, 1/1), Capela 10 (5/15), Cotture 6 (3/4), Mladjan 13 (2/2, 2/5), Hart. All. Barilari
Costa d'Avorio: Abouo 7 (2/5, 1/4), Pamba 7 (3/6, 0/5), Thompson 12 (6/9), Bah, Lamizana (0/1 da tre), Diabate 5 (1/5, 1/3), Fofana 10 (5/9), Coulibaly, Edy 13 (4/6, 1/7), Sidibe 7 (3/5), Traore, Zerbo 8 (3/5, 0/1). All. Povìa
Tiri da due Svi 13/34, Cvi 27/50; Tiri da tre Svi 11/24, Cvi 3/21; Tiri liberi Svi 9/10, Cvi 6/10; Rimbalzi Svi 33 (Kovac 8), Cvi 36 (Sidibe 8); Assist Svi 17 (Kovac 4), Cvi 11 (Diabate 4).
Arbitri: Filippini, Bongiorni, Dori

Ufficio Stampa Fip

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Altre News

16/01/2021
Kit microfoni-auricolari per gli arbitri di Serie A. Dalle gare di domenica 17 gennaio

Da domani, prima giornata del girone di ritorno del Campionato di Serie A maschile, tutte le terne arbitrali saranno dotate di un sistema di microfoni-auricolari che permetterà agli arbitri di comunicare in continuità fra di loro, senza dover aspettare le interruzioni del gioco. Il kit microfoni-auricolari è stato già testato con successo durante la Final Eight di Coppa Italia 2020 ricevendo il parere favorevole del Consiglio Federale, del Comitato Italiano Arbitri e dell'Organo Tecnico Arbitrale permettendo agli arbitri di svolgere al meglio il lavoro di squadra senza inficiarne la concentrazione.

15/01/2021
L'Europeo 1952 giocato a Mosca sotto la neve, cantando "La Montanara"

La terza edizione dell'Europeo Femminile si gioca a Mosca dal 18 al 25 maggio 1952. Nel 1938 è arrivato l'Oro Azzurro al termine di un torneo a 5 squadre, nel 1950 l'Italia si è piazzata al quinto posto su 12 partecipanti. Due anni dopo alla nostra formazione si chiede di consolidare quel risultato, magari scavalcando la Francia nel ranking delle squadre occidentali. Le premesse non sono delle migliori, purtroppo. Il CT Achille Baratti e l'allenatore Enrico Garbosi perdono per infortunio due pedine fondamentali come Anna Branzoni e Francesca Cipriani. La partenza per Mosca viene messa in discussione fino a pochi giorni dall'esordio perché per ragioni politiche l'Unione Sovietica fatica a rilasciare i visti necessari a un Paese proveniente dal blocco NATO. Ne fa le spese alla fine il presidente della FIP Aldo Mairano, a cui non viene permesso di partire. Il capo delegazione diventa Baratti. Alla vigilia la stampa italiana non si augura solo un buon risultato: "Vorremmo proprio che le Azzurre si battessero bene a Mosca e che raccogliessero le simpatie del pubblico. Mandiamo brave ma anche graziosissime rappresentanti: abbiamo sempre sempre pensato che lo sport femminile non debba in fondo disgiungersi dal fatto estetico e da un concetto di grazia-bellezza. Andiamo a Mosca con donne-donne e non con donne-cavallo". Dopo sei giorni di collegiale a Bologna si parte alla volta di Mosca. Fosse facile. Treno dall'Emilia fino a Vienna, volo quantomeno avventuroso verso Leopoli, nell'attuale Ucraina, e poi 24 ore di treno per arrivare a destinazione. Le Azzurre racconteranno quel viaggio come un'esperienza faticosa ma indimenticabile, emozionante, unica. L'unico momento di tensione al momento del decollo da Vienna, su aereo sovietico mandato appositamente in Austria per prelevare le squadre. Si sparge la voce che la fila più sicura sia quella in fondo al velivolo, al momento di salire in aereo scatta la corsa selvaggia all'ultimo posto. L'Unione Sovietica è certa di vincere l'Europeo, cosa che poi farà, e organizza l'Europeo in grande stile: si gioca nello stadio della Dynamo che può ospitare fino a 100.000 spettatori. Il problema è che il campo è in terra battuta e le partite si svolgono all'aperto: il maggio moscovita non aiuta quanto a clemenza e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le squadre meno abituate a quelle temperature. Tra queste l'Italia. Al seguito della delegazione c'è anche un arbitro, Vito Pinto, anche se a Mosca per la prima volta arbitrano anche delle donne. Un cronista riporta: "Per la prima volta partite di pallacanestro sono state arbitrate da donne, le quali si sono dimostrate nettamente superiori agli uomini che le avevano precedute". Il 18 maggio il nostro esordio è traumatico, per non dire indimenticabile. L'Italia viene accolta in campo per la sfilata inaugurale tra gli applausi ma in testa alla delegazione c'è una bandiera con lo stemma sabaudo. Seguirà nei giorni successivi un'interrogazione parlamentare per chiarire l'accaduto. Il giorno dopo la guida delle Azzurre, tale Wladimiro, sistemerà la situazione rimediando un tricolore corretto. Si gioca alle 19.00 in un freddo polare, l'Ungheria è fortissima e ci spazza via. Le cronache da Mosca sono scarse, non ci sono giornalisti al seguito ma le Azzurre si ingegnano anche in questo. Ornella Buttini incrocia in albergo una nostra connazionale che l'indomani tornerà in Italia e le consegna una cronaca della partita. "Mi figuro la sorpresa che avrà destato la nostra sconfitta con l'Ungheria. Chi non ha assistito all'incontro non può certo rendersi conto di come abbiamo potuto giocare così male. Ci accorgemmo subito della nostra impossibilità di vincere. Le magiare fisicamente sono molto più dotate di noi, erano pronte a rimbalzo e sicure di sè, e soprattutto soffrivano meno il freddo. Sul campo soffiava un vento gelido. Le riserve che aspettavano il loro turno si erano avvolte in coperte di lana. Le nostre mani erano diventate viola per il freddo: in ogni intervento anche le migliori di noi si lasciavano sfuggire la palla". Nei successivi due impegni, le Azzurre regolano facilmente la Finlandia (60-28) e poi l'Austria (50-24) ma quando si torna ad affrontare squadre dell'Est (Polonia e Ungheria) arrivano le due sconfitte che ci fanno chiudere l'Europeo al sesto posto. Risultato non brillante ma accettabile considerate le tante difficoltà: la Francia fa però peggio di noi e quindi il primato "occidentale" è salvo. L'ultima uscita dell'Italia a Mosca assume contorni epici. Nel corso della partita con la Bulgaria inizia a nevicare, le Azzurre in panchina provano a riscaldarsi in tutti i modi e iniziano a intonare "La Montanara". Il giorno dopo la fine dell'Europeo, il successo dell'Unione Sovietica viene raccontata così sui nostri quotidiani. "La finale tra URSS e Cecoslovacchia è stata disputata davanti a 23.000 spettatori sotto una fitta pioggia, allo stadio Dynamo. Nessuno si è allontanato: sono rimasti tutti a inzupparsi e hanno fatto capire di essere dei veri sportivi rimanendo impassibili, corretti. Applaudivano all'indirizzo della loro squadra ogni volta che l'URSS affrontava un'avversaria dei Paesi occidentali ed è umanamente comprensibile". Col sesto posto, l'Italia si qualifica per la prima edizione del Mondiale che si gioca dal 7 al 22 marzo 1953 in Cile. Per mancanza di fondi la Federazione decide di non inviare la Nazionale, le uniche squadre europee sono Svizzera e Francia. Le transalpine chiudono al terzo posto dietro Stati Uniti e le padrone di casa del Cile. Ma quell'Europeo giocato nel gelo dello stadio Dynamo di Mosca resterà nella memoria per sempre. Le Azzurre: 3 Noemi Serpellon 4 Anna Sommi 5 Liliana Ronchetti 6 Ester Baitz 7 Franca Ronchetti 8 Marisa Caciolli 9 Ornella Buttini 10 Idelma Tommasini 11 Gabriella Santoro 12 Foscarina Rozzo 13 Anna Neri 14 Ileana Pasquali 15 Licia Bradamante 16 Cecilia Zupancich Allenatore: Enrico Garbosi

12/01/2021
Gary Cole e Abdul Jeelani, l'uomo che ha vissuto due volte

Ha cambiato nome. Ha cambiato continente. Ha cambiato squadre. Ha cambiato moglie due volte. Ha cambiato religione. Ha cambiato diverse volte il corso della sua vita. Quello che mai è cambiato è l'affetto che gli hanno sempre dimostrato le persone che hanno avuto la fortuna di incrociare Gary Cole. O se preferite, Abdul Jeelani. Gary nasce alla periferia di Milwaukee e cresce a Racine, polverizzando dal 1972 al 1976 tutti i record statistici della ‘University of Wisconsin Parkside’. Scelto al terzo giro dai Cavaliers, viene scartato da Cleveland e poi da Detroit e allora tenta la carta europea. E' Giancarlo Asteo a portarlo all'Eldorado Lazio nel 1976, con lui c’è anche Bob Elmore, che però poche settimane dopo viene ritrovato morto nella camera del suo residence vittima di un'overdose di eroina. Cole è l'unico americano di quella Lazio e spazza via il campionato di A2, chiuso a 32.7 punti e 11.6 rimbalzi di media. L'estate successiva atterra a Roma con la moglie Amina e il piccolo Azim dichiarandosi musulmano. Ora si chiama Abdul Quadir Jeelani. Le difese del nostro campionato ora lo conoscono ma evidentemente non abbastanza: la stagione la chiude a 33.2+13.3, Lazio promossa in A1 e le sirene della NBA che tornano. Un anno a Portland (9.6 punti) e uno a Dallas (8.4) e poi c'è di nuovo l'Italia nel destino, col contratto irrinunciabile che gli propone Livorno nel 1981: parliamo di 750.000 dollari per quattro stagioni. Alla prima arriva la promozione in A1 al fianco di Rudy Hackett (il papà di Daniel), nelle altre tre farà innamorare tutti i livornesi sponda Libertas e più in generale gli appassionati di basket italiani. Alessandro Fantozzi, suo compagno a Livorno, racconta: “Non amava molto allenarsi, era contrario alle sedute mattutine. Un sabato prima di una partita importante, dopo che i coach lo avevano redarguito sull’importanza della puntualità agli allenamenti, si presenta in palestra un ragazzo che, con borsone a tracolla, chiede dove siano gli spogliatoi perché deve allenarsi con noi. Alla richiesta del coach su chi fosse, il ragazzo rispose che aveva conosciuto Jeelani alla base militare di Camp Darby e che Abdul gli aveva detto di venire ad allenare al posto suo, perché quella mattina non sarebbe riuscito a presentarsi. Abdul era pieno di vita, amava sorridere e trasformarsi in un vero showman: il suo gioco era istrionico e irriverente, come era lui fuori dal campo”. Gli ultimi due anni della sua carriera li trascorre in Spagna, al Saski Baskonia e poi al Caja de Alava, poi torna negli Stati Uniti e di lui si perdono le tracce. E' merito di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport, se si torna a parlare di Abdul Jeelani nel 2010. Sono trascorsi 23 anni e la vita ha decisamente smesso di sorridere al centro statunitense. Nel suo articolo Barocci ne racconta i due matrimoni falliti, le traversie legali, la depressione, i problemi col diabete e la battaglia contro il cancro combattuta con tre operazioni. Nel 2009 poi la perdita del lavoro e la richiesta di accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. La drammatica storia di Jeelani scuote l'ambiente del basket italiano, al punto che il presidente della Lazio Basket Simone Santi lo contatta. “Scrissi via Facebook a sua figlia Karima, che mi diede il numero del centro per homeless dove viveva Abdul, che però aveva pendenze economiche negli Stati Uniti e per questo era senza passaporto. Facemmo partire una campagna di crowdfunding per pagargli i debiti e riuscimmo a farlo tornare in Italia”. Solo a Livorno vennero raccolti 3.700 euro in pochi giorni. Il 14 gennaio 2011 Jeelani atterra a Roma, accolto al Palazzetto da 1.200 bambini di tutte le etnie che fanno parte del “Progetto Colors”, un'idea della Lazio Basket nata per affermare il valore dello sport come strumento di educazione e di inserimento nella società. Qualche settimana il ritorno a Livorno. Ovunque lo attendono amici, tifosi, semplici appassionati che l'hanno visto giocare o ne hanno sentito decantare le gesta. La Lazio lo nomina testimonial di ‘Colors’ e Jeelani si prende cura per due anni di centinaia di ragazzini nelle periferie più complicate di Roma, avvicinandoli alla pallacanestro. “Qui mi sento a casa, spero di dare una mano a chi sta peggio. Lo sport per me è sempre stato questo: conoscere il mondo e stare con le persone, non il business”. Tornato negli Stati Uniti, il progetto al quale aveva contribuito con entusiasmo si è poi evoluto nella costruzione di un centro sportivo all’orfanotrofio di Zimpeto. Abdul Jeelani ci ha lasciati il 3 agosto 2016, ad appena 62 anni, vittima di una crisi cardiaca. Nessuno potrà mai dimenticarne l'eleganza quando era in campo e la dolcezza nella vita di tutti i giorni.

11/01/2021
Possibile ripresa dell’attività sportiva. Una nota della FIP

La Federazione Italiana Pallacanestro sta lavorando per consentire a tutti i propri tesserati, dal Minibasket all’attività Senior, di tornare ad allenarsi in palestra adottando tutte le cautele che gli esperti riterranno necessarie. Lo stato pandemico richiede provvedimenti straordinari. La FIP vuole andare oltre la suddivisione in attività di interesse nazionale e non, che fino a questo momento ha creato situazioni disomogenee e paradossali fra tutti gli enti deputati all’organizzazione sportiva e frustrazione nelle giovani e nei giovani di tutte le discipline. Occorre concentrare gli sforzi sull’aggiornamento dei protocolli che consentano a tutti la ripresa in sicurezza degli allenamenti a prescindere dallo svolgimento delle rispettive competizioni, verificando con la massima responsabilità quali altri campionati possano effettivamente prendere il via nel prossimo futuro.

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