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Altre notizie

Savatteri e Buffo al Basketball Without Borders di Belgrado

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09 Agosto 2018

Saranno Lucia Adele Savatteri ed Edoardo Buffo a rappresentare l'Italia nella 17esima edizione del Basketball Without Borders Europe, in programma dal 15 al 18 agosto a Belgrado (Serbia).

Nei quattro giorni di attività, i due classe 2001 avranno l'opportunità di confrontarsi con i migliori parietà da tutta Europa, allenati da tecnici e giocatori FIBA e NBA.

Lucia Adele, centro di 192 centimetri in forza alla Virtus Eirene Ragusa, ha partecipato al Mondiale Under 17 di Minsk (Bielorussia), nel quale l'Italia ha concluso al quinto posto. Edoardo, guardia di 195 centimetri, è appena approdato nel Derthona Basket, e in Azzurro era fra i 12 del Torneo di Iscar 2016.

Ufficio Stampa Fip

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Altre News

17/02/2019
Vanoli Cremona vince la PosteMobile Final Eight Coppa Italia 2019. Le congratulazioni del presidente Petrucci.

Alla fine di quattro giorni di gare intense e spettacolari Vanoli Cremona ha vinto la PosteMobile Final Eight 2019. Al presidente Aldo Vanoli, al coach Meo Sacchetti e al suo staff e ai giocatori di Cremona le congratulazioni del presidente FIP Giovanni Petrucci per aver raggiunto lo storico traguardo della prima Coppa Italia. Ad Happy Casa Brindisi, al suo presidente Fernando Marino, al coach Francesco Vitucci e al suo staff e ai giocatori, i complimenti del presidente Petrucci per l'impegno profuso durante tutta la manifestazione e per un prestigioso secondo posto.

17/02/2019
Raduno a Varese, Della Valle con gli Azzurri già dal 18 febbraio

L'atleta Amedeo Della Valle sarà a disposizione del CT Meo Sacchetti già da domani, 18 febbraio, quando comincerà il raduno della Nazionale a Varese in vista delle ultime due gare delle Qualificazioni a FIBA World Cup 2019 contro Ungheria (22 febbraio) e Lituania (25 febbraio). Jeff Brooks e Andrea Cinciarini raggiungeranno gli Azzurri dopo la partita di Eurolega fra Olimpia Milano e Maccabi Tel Aviv di giovedì 21 febbraio.

16/02/2019
Arbitri, convegno AIAP a Firenze. Il confronto per crescere

Qual è la percezione dell'arbitro sui campi da gioco e nella società? E come è possibile migliorarla? Se ne è parlato a Firenze, sabato 16 febbraio, nel Palagio di Parte Guelfa, nell'ambito delle PosteMobile Final Eight di Coppa Italia di Serie A nel convegno organizzato dall'AIAP, l'Associazione Italiana Arbitri di Pallacanestro. Introdotti dai saluti di benvenuto dell'assessore allo sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci, del commissario straordinario CIA Stefano Tedeschi e dal presidente AIAP Gianluca Sardella, al convegno hanno partecipato il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri Simone Valente, il presidente FIP Giovanni Petrucci, il responsabile sport del "Corriere della Sera" Daniele Dallera, il presidente AIA-FIGC Marcello Nicchi, l'ex-ct della Nazionale di calcio Arrigo Sacchi e il direttore tecnico generale del Settore Squadre Nazionali Boscia Tanjevic. Ha condotto Alice Sabatini. Gabriele Bettini, vicepresidente AIAP ha parlato, nella sua introduzione, della voglia di superare l'immagine anche stereotipata di un arbitro "grigio, invisibile, solo ed infallibile" e ha auspicato che dal convegno nascano nuove indicazioni e nuovi modi di fare perché "le regole sono un valore, così come il fatto che gli arbitri possono essere simboli di lealtà e correttezza. La percezione dell'arbitro nello sport è in definitiva la percezione che si possono avere anche di altre figure impegnate nella società in ruoli di equidistanza fra interessi diversi come le Forze dell'Ordine, la Magistratura e, perché no?, il Presidente della Repubblica". "Gli arbitri hanno un ruolo importante nella pallacanestro, sono una risorsa -ha affermato il presidente FIP Giovanni Petrucci- Gli ho sempre chiesto, laddove possibile, di operare con psicologia e serenità e nelle situazioni difficili di adoperare un sorriso per superare i problemi. So benissimo che non è facile soprattutto nel basket dove gli spettatori in migliaia sono a pochi metri e la pressione si sente tutta” "La solitudine dell'arbitro richiama nella società la solitudine del Giudice -ha spiegato il sottosegretario Simone Valente- la percezione può essere modificata con un cambiamento culturale che parta dalla scuole, con investimenti da parte dello Stato, ma anche dalle associazioni sportive con un atteggiamento sempre più positivo. Diventare arbitro non è di per sé un disvalore. In fondo, come si dice, senza regole non c'è gioco. Dalla tecnologia, come l'istant replay nel caso del basket, possono venire tanti aiuti, ma in definitiva al cambiamento devono contribuire i protagonisti stessi dello sport" "Gli arbitri hanno un ruolo decisivo nella managerialità come nella spettacolarità del basket in cui entrano diverse componenti, dalla gestione della gara, a quella psicologica a quella del lavoro della terza squadra in campo, che è quella degli arbitri -ha aggiunto Egidio Bianchi, presidente della Lega di Serie A- la capacità di crescita degli arbitri va misurata nella loro disponibilità a confrontarsi e questo convegno va meritoriamente in questa direzione. Se e è vero, come è vero, che la serie A è il motore del movimento lo deve essere in tutte le sue componenti, arbitri compresi, per cui eccoci qua". "Una maggiore comunicazione può sicuramente aiutare a superare l'immagine della figura solitaria dell'arbitro -ha commentato Daniele Dallera- che per me sicuramente sono un esempio di coraggio. La tecnologia, come il VAR ad esempio, non può che metterli a proprio agio. Citando lo scrittore Giovanni Arpino, l'arbitro ha il potere delle regole e quindi non sempre è simpatico. Per cui occorre aiutarli. Non devono essere protagonisti del gioco, quelli sono i giocatori e gli allenatori, ma, purtroppo, vedo che ci sono giocatori il cui talento maggiore è quello di riuscire a fregare gli arbitri con delle incredibile pantomime, ma è anche vero che non è più possibile che gli arbitri non parlino mai dopo una partita. Lo svelarsi, il confronto non potrebbe che aiutarli" “Voglio cambiare il nome dell'Associazione Italiana Arbitri della FIGC -ha replicato provocatoriamente Marcello Nicchi- in Portatori Sani di regole e cultura: il lavoro dell'associazione è quello di tutelare 35mila tesserati. Dalla serie A al paesello ogni fine settimana ci sono 11mila gare con 11mila arbitri impegnati. E il ragazzino si trova a far rispettare le regole con dirigenti che il regolamento non l'hanno neanche letto e in questo senso sono i garanti dello sport. Facciamo 2200 raduni arbitrali ogni anno, il che significa la massima professionalità per formare formatori ed arbitri. La divulgazione della legalità non può che aiutarci, ma questa deve iniziare nelle scuole, nelle associazioni, nelle società grazie agli allenatori su cui facciamo affidamento. E' importante dare segnali positivi. Perché gli arbitri non parlano e non partecipano alle trasmissioni televisive? E' impensabile di andare in un contesto polemico, nato per fare polemiche. Non aiuterebbe” "E' un problema etico, sociale che lo sport da solo non può risolvere -ha detto l'ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi- di sicuro per me è come se fossero degli eroi e il Var certamente li aiuta. Personalmente non mi sono mai arrabbiato con gli arbitri perché non vedevo la volontarietà di crear problemi, anche se in alcune occasioni ho avuto arbitraggi pessimi. E' anche vero che in una gara ci sono tante situazioni in bilico, dove sei al 50 e 50 e non sempre è facile decidere" "Da allenatore ho sempre educato i giocatori al rispetto dell'arbitro a partire dagli allenamenti. E' una delle prime cose -ha raccontato Boscia Tanjevic- ma oggi i problemi sono molto minori e in campo un vero problema non c'è come negli anni Settanta che in Italia vincevi di 37 punti e poi al ritorno in Grecia perdevi di 47 punti. I grandi scarti, quando ci sono non dipendono più dagli arbitri, di sicuro, ma dalle squadre".

15/02/2019
La FIP in campo con la Fondazione Umberto Veronesi

Dal 3 al 23 febbraio è possibile sostenere Fondazione Umberto Veronesi con un SMS da telefono cellulare o una chiamata da rete fissa al 45516 per dare ai bambini e ai ragazzi malati di tumore la speranza di combattere questa terribile malattia e diventare grandi. Il ricavato della raccolta fondi permetterà di finanziare cure sulle leucemie, in particolare un protocollo di cura per la leucemia linfoblastica acuta (LLA) che rappresenta il 75% dei casi di leucemia infantile e in Italia colpisce circa 350-400 bambini di età compresa soprattutto tra i 2 e i 5 anni. Sostenere questo progetto è fondamentale, perché permette ai bambini e ragazzi malati di ricevere cure immediate ed altamente efficaci, grazie a terapie all’avanguardia. Infatti, seppure il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è passato da meno del 10% nei primi anni ’60 all’attuale 80%, studi recenti dimostrano che attualmente è assai difficile migliorare ancora questi risultati mediante l’intensificazione della chemioterapia. È necessario mettere a punto nuove combinazioni di trattamenti di prima linea, utilizzando, anche farmaci e trattamenti non chemioterapici più mirati, secondo la logica della precision medicine, per avvicinarci il più possibile a curare tutti i piccoli malati di LLA. Sviluppare queste cure rappresenta quindi per i bambini e i ragazzi colpiti da questa terribile malattia, una speranza di guarire e diventare grandi. Con un SMS da telefono cellulare o una chiamata da rete fissa al 45516, dal 3 al 23 febbraio, è possibile aiutare Fondazione Umberto Veronesi a garantir loro le migliori terapie e avere l’opportunità di diventare grandi e di poter realizzare i propri sogni. In Italia, sono poco più di 2.000 i bambini (fino ai 14 anni) e gli adolescenti (tra i 15 e i 19 anni) che ogni anno si ammalano di tumore. Con il progetto a favore dell’oncologia pediatrica e degli adolescenti, Fondazione Umberto Veronesi e A.I.E.O.P. (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica), collaborano per promuovere la ricerca scientifica e sostenere i costi di gestione e avviamento dei protocolli di cura per i tumori infantili per questi bambini e ragazzi. I protocolli di cura forniscono le linee guida operative per prendere in carico e curare ciascun paziente, secondo gli standard internazionali più elevati ed innovativi, garantendo così le migliori possibilità di guarigione. Fondazione Umberto Veronesi, che fin dalla sua nascita sostiene la ricerca scientifica erogando numerose borse di ricerca a medici e ricercatori di altissimo profilo e si impegna nella divulgazione scientifica, dal 2014 ha avviato un progetto per sostenere le cure mediche e la ricerca nell’ambito dell’oncologia pediatrica e promuovere una corretta informazione scientifica su questo tema. Per maggiori informazioni sul progetto: www.fondazioneveronesi.it Hashtag della campagna: #ilcancrononaspetta

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