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News

Arbitri

16/01/2021
Kit microfoni-auricolari per gli arbitri di Serie A. Dalle gare di domenica 17 gennaio

Da domani, prima giornata del girone di ritorno del Campionato di Serie A maschile, tutte le terne arbitrali saranno dotate di un sistema di microfoni-auricolari che permetterà agli arbitri di comunicare in continuità fra di loro, senza dover aspettare le interruzioni del gioco. Il kit microfoni-auricolari è stato già testato con successo durante la Final Eight di Coppa Italia 2020 ricevendo il parere favorevole del Consiglio Federale, del Comitato Italiano Arbitri e dell'Organo Tecnico Arbitrale permettendo agli arbitri di svolgere al meglio il lavoro di squadra senza inficiarne la concentrazione.

Italbasket100

15/01/2021
L'Europeo 1952 giocato a Mosca sotto la neve, cantando "La Montanara"

La terza edizione dell'Europeo Femminile si gioca a Mosca dal 18 al 25 maggio 1952. Nel 1938 è arrivato l'Oro Azzurro al termine di un torneo a 5 squadre, nel 1950 l'Italia si è piazzata al quinto posto su 12 partecipanti. Due anni dopo alla nostra formazione si chiede di consolidare quel risultato, magari scavalcando la Francia nel ranking delle squadre occidentali. Le premesse non sono delle migliori, purtroppo. Il CT Achille Baratti e l'allenatore Enrico Garbosi perdono per infortunio due pedine fondamentali come Anna Branzoni e Francesca Cipriani. La partenza per Mosca viene messa in discussione fino a pochi giorni dall'esordio perché per ragioni politiche l'Unione Sovietica fatica a rilasciare i visti necessari a un Paese proveniente dal blocco NATO. Ne fa le spese alla fine il presidente della FIP Aldo Mairano, a cui non viene permesso di partire. Il capo delegazione diventa Baratti. Alla vigilia la stampa italiana non si augura solo un buon risultato: "Vorremmo proprio che le Azzurre si battessero bene a Mosca e che raccogliessero le simpatie del pubblico. Mandiamo brave ma anche graziosissime rappresentanti: abbiamo sempre sempre pensato che lo sport femminile non debba in fondo disgiungersi dal fatto estetico e da un concetto di grazia-bellezza. Andiamo a Mosca con donne-donne e non con donne-cavallo". Dopo sei giorni di collegiale a Bologna si parte alla volta di Mosca. Fosse facile. Treno dall'Emilia fino a Vienna, volo quantomeno avventuroso verso Leopoli, nell'attuale Ucraina, e poi 24 ore di treno per arrivare a destinazione. Le Azzurre racconteranno quel viaggio come un'esperienza faticosa ma indimenticabile, emozionante, unica. L'unico momento di tensione al momento del decollo da Vienna, su aereo sovietico mandato appositamente in Austria per prelevare le squadre. Si sparge la voce che la fila più sicura sia quella in fondo al velivolo, al momento di salire in aereo scatta la corsa selvaggia all'ultimo posto. L'Unione Sovietica è certa di vincere l'Europeo, cosa che poi farà, e organizza l'Europeo in grande stile: si gioca nello stadio della Dynamo che può ospitare fino a 100.000 spettatori. Il problema è che il campo è in terra battuta e le partite si svolgono all'aperto: il maggio moscovita non aiuta quanto a clemenza e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le squadre meno abituate a quelle temperature. Tra queste l'Italia. Al seguito della delegazione c'è anche un arbitro, Vito Pinto, anche se a Mosca per la prima volta arbitrano anche delle donne. Un cronista riporta: "Per la prima volta partite di pallacanestro sono state arbitrate da donne, le quali si sono dimostrate nettamente superiori agli uomini che le avevano precedute". Il 18 maggio il nostro esordio è traumatico, per non dire indimenticabile. L'Italia viene accolta in campo per la sfilata inaugurale tra gli applausi ma in testa alla delegazione c'è una bandiera con lo stemma sabaudo. Seguirà nei giorni successivi un'interrogazione parlamentare per chiarire l'accaduto. Il giorno dopo la guida delle Azzurre, tale Wladimiro, sistemerà la situazione rimediando un tricolore corretto. Si gioca alle 19.00 in un freddo polare, l'Ungheria è fortissima e ci spazza via. Le cronache da Mosca sono scarse, non ci sono giornalisti al seguito ma le Azzurre si ingegnano anche in questo. Ornella Buttini incrocia in albergo una nostra connazionale che l'indomani tornerà in Italia e le consegna una cronaca della partita. "Mi figuro la sorpresa che avrà destato la nostra sconfitta con l'Ungheria. Chi non ha assistito all'incontro non può certo rendersi conto di come abbiamo potuto giocare così male. Ci accorgemmo subito della nostra impossibilità di vincere. Le magiare fisicamente sono molto più dotate di noi, erano pronte a rimbalzo e sicure di sè, e soprattutto soffrivano meno il freddo. Sul campo soffiava un vento gelido. Le riserve che aspettavano il loro turno si erano avvolte in coperte di lana. Le nostre mani erano diventate viola per il freddo: in ogni intervento anche le migliori di noi si lasciavano sfuggire la palla". Nei successivi due impegni, le Azzurre regolano facilmente la Finlandia (60-28) e poi l'Austria (50-24) ma quando si torna ad affrontare squadre dell'Est (Polonia e Ungheria) arrivano le due sconfitte che ci fanno chiudere l'Europeo al sesto posto. Risultato non brillante ma accettabile considerate le tante difficoltà: la Francia fa però peggio di noi e quindi il primato "occidentale" è salvo. L'ultima uscita dell'Italia a Mosca assume contorni epici. Nel corso della partita con la Bulgaria inizia a nevicare, le Azzurre in panchina provano a riscaldarsi in tutti i modi e iniziano a intonare "La Montanara". Il giorno dopo la fine dell'Europeo, il successo dell'Unione Sovietica viene raccontata così sui nostri quotidiani. "La finale tra URSS e Cecoslovacchia è stata disputata davanti a 23.000 spettatori sotto una fitta pioggia, allo stadio Dynamo. Nessuno si è allontanato: sono rimasti tutti a inzupparsi e hanno fatto capire di essere dei veri sportivi rimanendo impassibili, corretti. Applaudivano all'indirizzo della loro squadra ogni volta che l'URSS affrontava un'avversaria dei Paesi occidentali ed è umanamente comprensibile". Col sesto posto, l'Italia si qualifica per la prima edizione del Mondiale che si gioca dal 7 al 22 marzo 1953 in Cile. Per mancanza di fondi la Federazione decide di non inviare la Nazionale, le uniche squadre europee sono Svizzera e Francia. Le transalpine chiudono al terzo posto dietro Stati Uniti e le padrone di casa del Cile. Ma quell'Europeo giocato nel gelo dello stadio Dynamo di Mosca resterà nella memoria per sempre.

Italbasket100

12/01/2021
Gary Cole e Abdul Jeelani, l'uomo che ha vissuto due volte

Ha cambiato nome. Ha cambiato continente. Ha cambiato squadre. Ha cambiato moglie due volte. Ha cambiato religione. Ha cambiato diverse volte il corso della sua vita. Quello che mai è cambiato è l'affetto che gli hanno sempre dimostrato le persone che hanno avuto la fortuna di incrociare Gary Cole. O se preferite, Abdul Jeelani. Gary nasce alla periferia di Milwaukee e cresce a Racine, polverizzando dal 1972 al 1976 tutti i record statistici della ‘University of Wisconsin Parkside’. Scelto al terzo giro dai Cavaliers, viene scartato da Cleveland e poi da Detroit e allora tenta la carta europea. E' Giancarlo Asteo a portarlo all'Eldorado Lazio nel 1976, con lui c’è anche Bob Elmore, che però poche settimane dopo viene ritrovato morto nella camera del suo residence vittima di un'overdose di eroina. Cole è l'unico americano di quella Lazio e spazza via il campionato di A2, chiuso a 32.7 punti e 11.6 rimbalzi di media. L'estate successiva atterra a Roma con la moglie Amina e il piccolo Azim dichiarandosi musulmano. Ora si chiama Abdul Quadir Jeelani. Le difese del nostro campionato ora lo conoscono ma evidentemente non abbastanza: la stagione la chiude a 33.2+13.3, Lazio promossa in A1 e le sirene della NBA che tornano. Un anno a Portland (9.6 punti) e uno a Dallas (8.4) e poi c'è di nuovo l'Italia nel destino, col contratto irrinunciabile che gli propone Livorno nel 1981: parliamo di 750.000 dollari per quattro stagioni. Alla prima arriva la promozione in A1 al fianco di Rudy Hackett (il papà di Daniel), nelle altre tre farà innamorare tutti i livornesi sponda Libertas e più in generale gli appassionati di basket italiani. Alessandro Fantozzi, suo compagno a Livorno, racconta: “Non amava molto allenarsi, era contrario alle sedute mattutine. Un sabato prima di una partita importante, dopo che i coach lo avevano redarguito sull’importanza della puntualità agli allenamenti, si presenta in palestra un ragazzo che, con borsone a tracolla, chiede dove siano gli spogliatoi perché deve allenarsi con noi. Alla richiesta del coach su chi fosse, il ragazzo rispose che aveva conosciuto Jeelani alla base militare di Camp Darby e che Abdul gli aveva detto di venire ad allenare al posto suo, perché quella mattina non sarebbe riuscito a presentarsi. Abdul era pieno di vita, amava sorridere e trasformarsi in un vero showman: il suo gioco era istrionico e irriverente, come era lui fuori dal campo”. Gli ultimi due anni della sua carriera li trascorre in Spagna, al Saski Baskonia e poi al Caja de Alava, poi torna negli Stati Uniti e di lui si perdono le tracce. E' merito di Andrea Barocci, giornalista del Corriere dello Sport, se si torna a parlare di Abdul Jeelani nel 2010. Sono trascorsi 23 anni e la vita ha decisamente smesso di sorridere al centro statunitense. Nel suo articolo Barocci ne racconta i due matrimoni falliti, le traversie legali, la depressione, i problemi col diabete e la battaglia contro il cancro combattuta con tre operazioni. Nel 2009 poi la perdita del lavoro e la richiesta di accoglienza a un centro per senzatetto di Racine. La drammatica storia di Jeelani scuote l'ambiente del basket italiano, al punto che il presidente della Lazio Basket Simone Santi lo contatta. “Scrissi via Facebook a sua figlia Karima, che mi diede il numero del centro per homeless dove viveva Abdul, che però aveva pendenze economiche negli Stati Uniti e per questo era senza passaporto. Facemmo partire una campagna di crowdfunding per pagargli i debiti e riuscimmo a farlo tornare in Italia”. Solo a Livorno vennero raccolti 3.700 euro in pochi giorni. Il 14 gennaio 2011 Jeelani atterra a Roma, accolto al Palazzetto da 1.200 bambini di tutte le etnie che fanno parte del “Progetto Colors”, un'idea della Lazio Basket nata per affermare il valore dello sport come strumento di educazione e di inserimento nella società. Qualche settimana il ritorno a Livorno. Ovunque lo attendono amici, tifosi, semplici appassionati che l'hanno visto giocare o ne hanno sentito decantare le gesta. La Lazio lo nomina testimonial di ‘Colors’ e Jeelani si prende cura per due anni di centinaia di ragazzini nelle periferie più complicate di Roma, avvicinandoli alla pallacanestro. “Qui mi sento a casa, spero di dare una mano a chi sta peggio. Lo sport per me è sempre stato questo: conoscere il mondo e stare con le persone, non il business”. Tornato negli Stati Uniti, il progetto al quale aveva contribuito con entusiasmo si è poi evoluto nella costruzione di un centro sportivo all’orfanotrofio di Zimpeto. Abdul Jeelani ci ha lasciati il 3 agosto 2016, ad appena 62 anni, vittima di una crisi cardiaca. Nessuno potrà mai dimenticarne l'eleganza quando era in campo e la dolcezza nella vita di tutti i giorni.

Altre notizie

11/01/2021
Possibile ripresa dell’attività sportiva. Una nota della FIP

La Federazione Italiana Pallacanestro sta lavorando per consentire a tutti i propri tesserati, dal Minibasket all’attività Senior, di tornare ad allenarsi in palestra adottando tutte le cautele che gli esperti riterranno necessarie. Lo stato pandemico richiede provvedimenti straordinari. La FIP vuole andare oltre la suddivisione in attività di interesse nazionale e non, che fino a questo momento ha creato situazioni disomogenee e paradossali fra tutti gli enti deputati all’organizzazione sportiva e frustrazione nelle giovani e nei giovani di tutte le discipline. Occorre concentrare gli sforzi sull’aggiornamento dei protocolli che consentano a tutti la ripresa in sicurezza degli allenamenti a prescindere dallo svolgimento delle rispettive competizioni, verificando con la massima responsabilità quali altri campionati possano effettivamente prendere il via nel prossimo futuro.

Provvedimenti disciplinari

11/01/2021
Serie A e Serie A2. Gare del 10 gennaio 2020

Serie A Quindicesima giornata di andata, gare del 10 gennaio 2020 CARPEGNA PROSCIUTTO PESARO . Ammonizione per guasto delle attrezzature obbligatorie (cronometro) Serie A2 Girone B - Rosso Dodicesima giornata di andata, gare del 10 gennaio 2020 NPC RIETI PALLACANESTRO . Ammenda di Euro 1.000,00 per offese collettive e frequenti nei confronti degli arbitri e di due tesserati avversari ben individuati. LUIGI GUASTAFERRO (Secondo dirigente GIVOVA SCAFATI) . Ammonizione per comportamento protestatario nei confronti degli arbitri a fine gara

Arbitri

11/01/2021
Raduno di metà campionato degli Arbitri di Serie A. 15-16 gennaio a Pieve di Cento

Venerdì 15 e sabato 16 gennaio si terrà a Pieve di Cento (città metropolitana di Bologna) il raduno di metà campionato degli Arbitri di serie A. Oltre alle lezioni sono previste le prove atletiche. Il raduno finirà alle 13:30 di sabato, dopodiché gli Arbitri raggiungeranno le sedi delle rispettive gare. Il raduno sarà preceduto, giovedì 14 gennaio, dalle ore 13.30, dall'incontro fra gli Allenatori e l'Organo Tecnico CIA che si terrà presso il Comitato Regionale FIP Emilia Romagna.

Arbitri

09/01/2021
Stefano Ursi, 600 gare in carriera fra serie A e serie A2. Le congratulazioni del presidente Petrucci

Domenica 10 gennaio a Forlì, in occasione della gara Unieuro Forlì - Napoli Basket, l'arbitro Stefano Ursi di Livorno, dirigerà la sua seicentesima gara in carriera fra serie A e Serie A2. A Stefano Ursi i complimenti e le congratulazioni del presidente FIP Giovanni Petrucci, unitamente al presidente del CIA Stefano Tedeschi, per il prestigioso traguardo raggiunto.

Altre notizie

09/01/2021
Gravi fatti durante Nardò-Ruvo. La Procura Federale apre un’indagine

La Procura Federale, alla luce dei gravi fatti accaduti nel corso nella gara tra Nuova Pallacanestro Nardò e Basket Ruvo disputata il 7 gennaio scorso, ha aperto un’indagine al fine di verificare puntualmente condotte e/o comportamenti non regolamentari.

Altre notizie

08/01/2021
E' in edicola il numero 68 di Basket Magazine

Esordio in Nba a 19 anni, con gli stessi Warriors che trentasette anni prima avevano scelto papà Pace: Nico Mannion è l’emblema di quel gruppo di millennials - dai tanti esordienti in azzurro del ct Sacchetti alle ragazzine terribili, Villa e Zanardi, che hanno impressionato a dicembre con le loro imprese – che potrebbero dar vita alla nostra “generazione dorata”. È singolare, ma non tanto, la coincidenza di Basket Magazine che esce in edicola - e in edizione digitale - con l’esordio di Nico Mannion in Nba, ottavo italiano negli ultimi 25 anni. È sua l’immagine di copertina della rivista che, diretta da Mario Arceri, è giunta, senza interruzioni, al nono anno di vita, proponendo ai lettori nel suo appuntamento mensile i personaggi, i temi e gli approfondimenti più significativi sul basket italiano e internazionale, arricchiti dalle splendide immagini di Giulio Ciamillo e dei suoi collaboratori. Questa volta BM apre con uno speciale sulla “generazione dorata” di casa nostra. Dallo splendido e imperdibile racconto che Martina Borzì fa della vita di Mannion parlando con i genitori Gaia e Pace e con lo stesso Nico per farci conoscere come, nel mito di Kobe Bryant, “Red Mamba” ha conquistato la Nba, al profilo di Emanuele Blasi degli altri italiani che hanno raggiunto lo stesso traguardo, alle opinioni, raccolte da Edoardo Caianiello, su dove Nico potrà arrivare, sono undici le pagine dedicate al ragazzo americano nato a Siena e che parla con accento romano. Lo speciale propone poi, con Filippo Luini e Alberto Bortolotti, la singolare analogia tra le Nazionali di basket e di calcio e tra i loro CT, Meo Sacchetti e Roberto Mancini che, fin dai suoi anni di inizio carriera a Bologna, porta nel cuore anche la pallacanestro e la Fortitudo in particolare. Il tratto comune è la sperimentazione e la valorizzazione di tantissimi talenti emergenti. Infine, Niccolò Arenella ci disegna uno spaccato fondamentale del nostro basket femminile partendo dalle straordinarie quindicenni Matilde Villa e Carlotta Zanardi, ma anche dalle altre giovanissime già protagoniste nei campionati di vertice. L’arrivo di Marco Belinelli, al quale è dedicata la copertina locale, è stato indubbiamente il fatto più clamoroso degli ultimi mesi: Maurizio Roveri, dall’alto della sua pluriennale frequentazione professionale della Virtus, racconta il coraggio dell’azzurro di rimettersi in gioco proprio lì da dove era partito. E poi, tanti personaggi tra Serie A e A2: Dante Johnson, di Antonio Catalano, che deve il nome a genitori amanti del Sommo Poeta; il perfezionismo di Doyle raccontato da Giovanni M. Versa, la signorilità di Frank Vitucci che Marino Petrelli ci propone nel suo ruolo di primo della classe (e per qualche giorno anche di classifica) raggiunto in silenzio e con un duro ed esemplare lavoro. Francesco Castano presenta la storia, purtroppo triste, di Michele Ebeling tra Ferrara con papà John e il sogno della Nba, per ora sospeso a causa del brutto incidente che lo ha fermato. Emanuele Latino illustra il lungo viaggio di Ousmane Diop che ha lasciato il Senegal a 13 anni scegliendo l’Italia e Torino, mentre Giovanni Bocciero ci parla di Diego Monaldi che ritrova a Napoli Pino Sacripanti, il ct con cui ha vinto l’oro europeo del 2014. Infine, dalla B, la storia curiosa di Fabriano, scritta da Eugenio Petrillo, dove Luca Garri fa da chioccia ai figli di suoi vecchi amici ed avversari: Alibegovic e Di Giuliomaria. L’analisi del direttore Mario Arceri del vuoto lasciato nel basket dall’uscita della Virtus Roma anticipa gli approfondimenti sull’Euroleague dove il Barcellona è tra le squadre da battere mentre i blau-grana del cacio e di Messi, e lo stesso club attraversano il loro momento peggiore, analizzato da Elio de Falco con i contributi di Pier Paolo Polimeno. Davide Scala ci presenta, per la Champions League, la figura di Miro Bilan, indiscusso trascinatore, con il clan dei croati, della Dinamo Sassari. È ripartita la stagione della Nba, con una favorita d’obbligo, Los Angeles Lakers, come scrive Carlo Ferrario, un atteso ritorno, quello di Kevin Durant nel servizio di Fabrizio Ponciroli, e tanti soldi in più per le superstar del circo dei canestri, con LeBron James a fare ovviamente la parte del leone, secondo quanto documenta Giovanni Cardarello. Questo nuovo imperdibile numero di Basket Magazine, da leggere e collezionare, è arricchito dall’artistico calendario del 2021, dalle opinioni di Fabrizio Pungetti e Gek Galanda e dalle consuete rubriche di Tony Cappellari, Carlo Fallucca, Gian Matteo Sidoli e Francesco Rizzi. Edito da Mediaprint, primo e unico periodico a raccontare ormai da sette anni il basket a 360°, Basket Magazine è coordinato da Fabrizio Pungetti, con l’elegante grafica di Ste Arste. Basket Magazine si può acquistare in edicola o direttamente sul web in edizioni cartacea e digitale, seguendo le indicazioni pubblicate su www.printstop.it .

Italbasket100

08/01/2021
James Naismith certo, ma senza Ida Nomi Pesciolini...

Le origini della pallacanestro sono note: le 13 regole scritte dal Professor James Naismith nel 1891 allo Springfield College danno vita a un nuovo gioco. Quella che sicuramente è meno nota è la storia che ha portato il basket in Italia, e più precisamente a Siena. È il 1907 e non si sa bene come la Maestra di Sport alla Polisportiva Mens Sana in Corpore Sano, Ida Nomi Pesciolini, viene in possesso del libricino scritto da Naismith 16 anni prima. Per prima cosa occorre tradurlo e in virtù dei suoi viaggi in Inghilterra, ciò non rappresenta un problema per la figlia del Maestro Direttore della Polisportiva di allora, Leopoldo. Convinta della bontà del nuovo gioco, la Nomi ne traduce il nome in “palla al cerchio” e la sera del 27 aprile 1907 organizza la prima partita di cui sia abbia ricordo presso la piccola palestra Sant’Agata. Talmente piccola che il match dovette essere interrotto per mancanza di spazio, come recitano le cronache dell’epoca. L’esperimento però entusiasma il pubblico presente e Ida, che considera il nuovo sport “particolarmente adatto alle signorine” decide, da membro della Commissione Tecnica femminile della Federginnastica, di presentarlo alla settima edizione del "Concorso Federale Nazionale di Ginnastica" di Venezia nel maggio dello stesso anno. L’intuizione è determinante, perché rappresenta il primo passo verso la diffusione in tutta Italia di quello che viene presentato in un opuscolo redatto dalla Maestra come il “Basket-ball, giuoco ginnastico per giovinette”. A essere ricordata, dopo più di 100 anni, è Ida Nomi Pesciolini, alla quale va dato il merito di aver dato vita ad uno sport solamente leggendone alcune regole e senza mai vederlo ma non è possibile non citare le dieci pioniere (si tramandano solo i cognomi) che si cimentarono, prime tra tutte e tutti, nel gioco che oggi conosciamo come pallacanestro: Bozzini, Delle Piane, le sorelle Falb, Fatini, Gabbricci, Gianfaldoni, Martini, Mini e Zalaffi. Per la cronaca, a Venezia nientemeno che il Re Vittorio Emanuele le insignì della Medaglia d’Argento! Poco dopo la loro impresa, e prima della fondazione della Federazione Italiana Pallacanestro, grande impulso allo sviluppo del basket in Italia venne dato dal Professor Guido Graziani. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo!

Arbitri

08/01/2021
Arbitro aggredito a Nardò. La solidarietà del presidente Petrucci

Giovedì 7 gennaio, alla fine della gara di serie B Edil Frata Nardò-Tecno Switch Ruvo di Puglia, l’arbitro Lorenzo De Ascentiis è stato aggredito nel tunnel che conduce agli spogliatoi da un tesserato. Il presidente della FIP Giovanni Petrucci, unitamente al presidente del CIA Stefano Tedeschi, esprime la propria solidarietà all'arbitro De Ascentiis e stigmatizza con fermezza quanto accaduto.

etalbasket

07/01/2021
eSports. Gli eAzzurri in gara alla NBA 2K League European Invitational all'8 al 10 gennaio

La NBA 2K League ha accettato la richiesta degli e-player di etalbasket di partecipare alla NBA 2K League European Invitational che si terrà dal'8 al 10 gennaio. Dopo aver giocato a metà dicembre nella seconda edizione del FIBA Esport Open, gli eAzzurri si presentano, come squadra di club, cioè QM Nation, al principale Torneo mondiale di NBA 2K per giocatori europei. La squadra sarà formata dagli eAzzurri Ilyass Kamal (KingOfAssists--), Artem Kulyk (FabalousFabalo), Tommaso Riovanto (IceOnTommyNeck) a cui si aggiungono Filippo Speziali (xpipotato) e Giancarlo Tazza (PoorBoyTata). Il Torneo è un'importante vetrina per i principali talenti europei per esibirsi e giocare gare di grande intensità davanti agli allenatori e agli scout della NBA 2K League. Le gare, il cui calendario è in fase di compilazione atteso nella tarda serata, si terranno dalle 19:00 fino alle 24:00 fino al 10 gennaio. Diretta delle gare su http://twitch.tv/kingofassists_

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